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Il Locandiere in carne e ossa

Per Scott Levy, Hearthstone è una faccenda molto seria

Hearthstone

Gioco di carte strategico

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Scott Levy si occupa di assistenza informatica, ma nel tempo libero offre una convincente interpretazione del Locandiere di Hearthstone, il vivace nano che ti accoglie quando cominci una partita.

Quando senti Levy esortarti a scongelare gli stivali davanti al fuoco con quel suo marcato accento scozzese, pensi che da lì a poco ti verrà servita una mano di carte virtuali.

Anche quando non indossa il costume, Levy è gioviale quanto il suo alter ego.

Ma Levy non si limita a imitarne la voce: alle convention sui videogiochi come BlizzCon e PAX, diventa letteralmente il Locandiere, indossando costume, parrucca e trucco commissionati a professionisti di Hollywood.

“Il trucco richiede tre ore e mezzo di lavoro e indossare quel costume mi costa ogni volta circa 300 dollari”, ci racconta Levy.

Ma i suoi costosi sforzi non passano inosservati.

“Andare in giro per convention e partecipare ad eventi vestito da Locandiere è fantastico”, afferma Levy. “E, quando la gente sente la mia voce, rimane letteralmente a bocca aperta. Adoro quella sensazione”.

Per trasformarsi nell’inconfondibile gestore della taverna di Hearthstone servono ore, e qualche centinaio di dollari.

Levy nutre un affetto profondo per il suo gioco preferito e per gli altri fan di Hearthstone. Poco più che quarantenne, residente a Santa Ana, California, è forse uno dei membri più famosi della community che gravita intorno a questo videogioco, in quanto organizzatore di elaborati eventi a tema. E, proprio come il Locandiere, anche Levy si adopera affinché i suoi ospiti si sentano a casa.

“Il gioco è fantastico, ma è stata la community a spingermi a tenere questi eventi”, dice Levy, i cui raduni sono aperti a fan di ogni livello di abilità. “Non è necessario che siano bravi, né che siano competitivi: alla fine si divertiranno comunque!”

Nel suo completo da Locandiere, Levy sembra proprio uscito dal gioco.

Levy ha realizzato il suo primo raduno informale di Hearthstone nel 2015. Un anno dopo è stato ingaggiato per presentare una tappa del Championship Tour di Hearthstone in Arizona; un evento in cui, per fare socializzare i partecipanti, ha proposto delle mini-sfide in forma di missione, stampate nientemeno che su pergamena.

L’iniziativa è stata così apprezzata dai fan da spronare Levy a introdurre elementi sempre più fantasiosi in occasione di ogni nuovo evento. Lui e la sua squadra di cinque volontari si sono inventati di tutto: da un modellino di vulcano in eruzione a un albero di Boscotetro alto tre metri con occhi elettronici che seguivano i passanti con lo sguardo.

Hearthstone ha beneficiato di oltre una decina di espansioni e avventure, ma il Locandiere ne ha sempre fatto parte.

“Volevo che le persone venissero a vedere qualcosa che andasse oltre le loro aspettative e che destasse stupore”, sostiene Levy.

Per un evento che anticipava la pubblicazione dell’espansione di Hearthstone “L’Ascesa delle Ombre”, Levy e il suo team hanno ideato enigmi in stile escape room incentrati sui cattivi di questa nuova avventura. Una volta superate tutte le sfide, si raggiungeva una piramide in cui si dovevano collegare dei cavi a simboli arcani nell’ordine giusto per aprire un forziere.

Levy attribuisce le sue capacità nel campo dell’organizzazione di eventi al suo passato da gestore di ristorante e al tempo trascorso ad allestire concerti (suona la keytar).

“Nel corso di quelle due settimane ho dormito pochissimo”, ammette ricordando il periodo precedente il grande giorno.

Blizzard Entertainment, sviluppatore di Hearthstone, ha stipulato con Levy un contratto per la presentazione di tornei ufficiali e ora anche altri publisher di videogiochi richiedono i suoi servizi. Levy si augura di trasformare la sua attività secondaria, che ha chiamato Bytes Events, in un lavoro a tempo pieno.

Per ora, si accontenta di impersonare il personaggio più amichevole di Hearthstone.

“Se qualcuno deve interpretare il Locandiere, quello sono io”, dichiara convinto. “Per me è una faccenda troppo seria”.