

MENTI CREATIVE
Il creatore di The Mandalorian

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Intrattenimento senza fine
Quando ha iniziato a ideare The Mandalorian, la prima serie tv in live action dedicata a Star Wars™, Jon Favreau si è rivolto senza esitazione al lato oscuro.
“Volevo ambientare la serie in un contesto post-rivoluzionario, tratteggiando atmosfere un po’ simili a quelle di Mad Max”, spiega dal suo ufficio di Los Angeles. “Cercavo toni più decisi ed eccentrici, meno legati alla classica fantascienza geek”.
Il risultato è uno Star Wars inedito, lontano dai canoni, che esplora con piglio crudo e realistico nuovi angoli della galassia; qualcosa di assimilabile a un western spaziale zeppo di riferimenti alla saga.

Reduce dall’esperienza di Game of Thrones, Pedro Pascal interpreta un cacciatore di taglie senza nome che vive negli anni compresi tra la caduta dell’Impero e l’ascesa del Nuovo Ordine. Considerate le premesse, The Mandalorian ha un mondo immenso mondo da esplorare.
Abbiamo parlato con Favreau del legame tra la serie e i classici film di samurai, degli immancabili easter egg e dell’atipico modello di distribuzione. Gli episodi di The Mandalorian usciranno infatti a cadenza settimanale, una scelta ideale per la visione su dispositivi mobili.
All’inizio della serie, il mandaloriano non mostra i tratti tipici dell’eroe.
Certo, ha ancora molta strada davanti a sé. È un cacciatore di taglie e vive immerso negli ambienti più infimi della società. Come nelle storie di samurai o cowboy, i nostri personaggi cercano di sopravvivere in un mondo ostile e violento, affrontando scelte che minacciano di compromettere la loro integrità. E il loro percorso di crescita è legato a doppio filo alla tradizione western.

Perché avete deciso di pubblicare gli episodi a cadenza settimanale, invece di rendere la serie interamente disponibile per la visione fin dall’inizio?
Personalmente, sono un grande fan di Game of Thrones e adoravo le discussioni che si accendevano puntualmente dopo ogni episodio. Per le serie è impossibile offrire un’esperienza sociale simile a quella dei cinema, ma i prodotti di successo danno origine a una vera e propria community virtuale. Se la storia riesce a catturare il pubblico, gran parte del divertimento deriva proprio dalla possibilità di commentare e fare congetture sui prossimi possibili avvenimenti.

La crescente abitudine di guardare film e serie su dispositivi mobili ha influito sul processo creativo?
Chi crea opere di intrattenimento deve sempre considerare il contesto in cui il pubblico fruisce del prodotto. È una sfida fondamentale. Gli spettatori hanno televisori diversi, e modificano le impostazioni in modi imprevedibili.
Ma Apple implementa determinati parametri nei suoi dispositivi, tenendo conto di numerose variabili. La qualità dell’immagine, intensa come luminosità e gamma dinamica, si mantiene costante su ogni schermo. Personalmente, nell’analisi della versione finale faccio sempre riferimento agli schermi Apple, perché permettono di valutare l’esperienza di visione con la massima coerenza.

Cosa possono aspettarsi dalla serie i fan di Star Wars?
The Mandalorian è ricco di riferimenti ai film e alle altre incarnazioni di Star Wars, sia in termini di easter egg, sia in termini di dialoghi. Abbiamo cercato di offrire una serie di contenuti a tutto tondo, creando una storia comprensibile per chiunque e in grado di manifestare ai fan di Star Wars la passione che lega anche noi a questa saga.

A tuo parere, come si evolveranno i modelli narrativi nei prossimi anni?
Il rapporto tra i vari media è caratterizzato da una crescente fluidità. Oggi è possibile guardare un film al cinema e approfondire a casa altri aspetti della storia. Le due esperienze si fondono.
Quando ero piccolo, esisteva una forte linea di demarcazione tra film e serie, ma vedo che i miei figli non avvertono più questa differenza. Ormai siamo abituati a vedere in tv storie nate sul grande schermo.
Il talento, il budget e un pubblico interessato sono ancora fattori fondamentali, ma hai la possibilità di esplorare format diversi dal classico lungometraggio da 90-120 minuti. Viviamo in un’epoca di grande stimolo per i narratori, con tante vecchie limitazioni che vengono ampiamente messe in discussione.
Disney+ si integra alla perfezione con Apple TV, che riunisce in un’unica app tutti i film e le serie dei tuoi sogni.