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Il creatore di The Mandalorian

Jon Favreau parla del nuovo Star Wars disponibile su Disney+

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Intrattenimento senza fine

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Quando ha iniziato a ideare The Mandalorian, la prima serie tv in live action dedicata a Star Wars™, Jon Favreau si è rivolto senza esitazione al lato oscuro.

“Volevo ambientare la serie in un contesto post-rivoluzionario, tratteggiando atmosfere un po’ simili a quelle di Mad Max”, spiega dal suo ufficio di Los Angeles. “Cercavo toni più decisi ed eccentrici, meno legati alla classica fantascienza geek”.

Il risultato è uno Star Wars inedito, lontano dai canoni, che esplora con piglio crudo e realistico nuovi angoli della galassia; qualcosa di assimilabile a un western spaziale zeppo di riferimenti alla saga.

In oltre dieci anni di lavoro, il regista Jon Favreau ha contribuito a plasmare visivamente gli universi Marvel e Disney. Oltre a Star Wars, naturalmente.…

Reduce dall’esperienza di Game of Thrones, Pedro Pascal interpreta un cacciatore di taglie senza nome che vive negli anni compresi tra la caduta dell’Impero e l’ascesa del Nuovo Ordine. Considerate le premesse, The Mandalorian ha un mondo immenso mondo da esplorare.

Abbiamo parlato con Favreau del legame tra la serie e i classici film di samurai, degli immancabili easter egg e dell’atipico modello di distribuzione. Gli episodi di The Mandalorian usciranno infatti a cadenza settimanale, una scelta ideale per la visione su dispositivi mobili.

All’inizio della serie, il mandaloriano non mostra i tratti tipici dell’eroe.
Certo, ha ancora molta strada davanti a sé. È un cacciatore di taglie e vive immerso negli ambienti più infimi della società. Come nelle storie di samurai o cowboy, i nostri personaggi cercano di sopravvivere in un mondo ostile e violento, affrontando scelte che minacciano di compromettere la loro integrità. E il loro percorso di crescita è legato a doppio filo alla tradizione western.

Il mandaloriano (a destra) può contare sull’aiuto di un robot, IG-11, da non confondere con l’analogo droide de L’Impero colpisce ancora.

Perché avete deciso di pubblicare gli episodi a cadenza settimanale, invece di rendere la serie interamente disponibile per la visione fin dall’inizio?
Personalmente, sono un grande fan di Game of Thrones e adoravo le discussioni che si accendevano puntualmente dopo ogni episodio. Per le serie è impossibile offrire un’esperienza sociale simile a quella dei cinema, ma i prodotti di successo danno origine a una vera e propria community virtuale. Se la storia riesce a catturare il pubblico, gran parte del divertimento deriva proprio dalla possibilità di commentare e fare congetture sui prossimi possibili avvenimenti.

Il personaggio di Werner Herzog propone un misterioso incarico al mandaloriano.

La crescente abitudine di guardare film e serie su dispositivi mobili ha influito sul processo creativo?
Chi crea opere di intrattenimento deve sempre considerare il contesto in cui il pubblico fruisce del prodotto. È una sfida fondamentale. Gli spettatori hanno televisori diversi, e modificano le impostazioni in modi imprevedibili.

Ma Apple implementa determinati parametri nei suoi dispositivi, tenendo conto di numerose variabili. La qualità dell’immagine, intensa come luminosità e gamma dinamica, si mantiene costante su ogni schermo. Personalmente, nell’analisi della versione finale faccio sempre riferimento agli schermi Apple, perché permettono di valutare l’esperienza di visione con la massima coerenza.

I mandaloriani vanno matti per la carbonite. Per conferme, chiedere a Han Solo.…

Cosa possono aspettarsi dalla serie i fan di Star Wars?
The Mandalorian è ricco di riferimenti ai film e alle altre incarnazioni di Star Wars, sia in termini di easter egg, sia in termini di dialoghi. Abbiamo cercato di offrire una serie di contenuti a tutto tondo, creando una storia comprensibile per chiunque e in grado di manifestare ai fan di Star Wars la passione che lega anche noi a questa saga.

Greef Karga (Carl Weathers) è a capo di una gilda di cacciatori di taglie.

A tuo parere, come si evolveranno i modelli narrativi nei prossimi anni?
Il rapporto tra i vari media è caratterizzato da una crescente fluidità. Oggi è possibile guardare un film al cinema e approfondire a casa altri aspetti della storia. Le due esperienze si fondono.

Quando ero piccolo, esisteva una forte linea di demarcazione tra film e serie, ma vedo che i miei figli non avvertono più questa differenza. Ormai siamo abituati a vedere in tv storie nate sul grande schermo.

Il talento, il budget e un pubblico interessato sono ancora fattori fondamentali, ma hai la possibilità di esplorare format diversi dal classico lungometraggio da 90-120 minuti. Viviamo in un’epoca di grande stimolo per i narratori, con tante vecchie limitazioni che vengono ampiamente messe in discussione.

Disney+ si integra alla perfezione con Apple TV, che riunisce in un’unica app tutti i film e le serie dei tuoi sogni.