STORIE CHE ISPIRANO

What3words può salvarti!

Scopri come un canottiere è stato recuperato grazie all’app

what3words

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Sei nel bel mezzo del nulla e hai avuto un incidente. Come comunicare la tua posizione ai servizi d’emergenza? what3words ha suddiviso il mondo in 57 mila miliardi di celle da 3m x 3m associando a ognuna un indirizzo composto da tre parole.

Scarica l’app gratuitamente e comunica al servizio di pronto soccorso che ti trovi in ///indossarli.gonfiati.fidava. Verranno a prenderti in uno specifico posto nei pressi di Ben Nevis. Non è necessaria una connessione a internet ed è disponibile in tutto il mondo in 40 lingue, dallo scozzese al mongolo.

what3words ha suddiviso il mondo in celle da 3m x 3m, associando a ognuna un indirizzo composto da tre parole.

what3words è usato da oltre l’80% dei servizi di emergenza nel Regno Unito, gratuitamente. L’app ha aiutato le forze dell’ordine a sventare rapine, portare a termine missioni di salvataggio tra le montagne e guidare le ambulanze sul luogo degli incidenti.

“Sin dall’inizio volevamo che se ne facesse un uso simile, perché potenzialmente può salvare delle vite”, afferma il cofondatore di what3words, Chris Sheldrick. “Sentire una delle prime chiamate al servizio di emergenza in cui è stato usato what3words è stata una grande fonte di motivazione per me e i miei colleghi. Abbiamo capito che la nostra tecnologia stava contribuendo ad aiutare delle persone”.

L’esperienza di un canottiere disperso

Jason Woodhouse era ben attrezzato prima di avventurarsi in kayak con degli amici. Ex istruttore di sport acquatici e volontario del servizio di soccorso animali, è abituato a portare con sé l’equipaggiamento di sicurezza prima di partire per un’escursione.

Era il gennaio del 2020 e il gruppo aveva deciso di attraversare il Loch Ericht, un lago scozzese, da Dalwhinnie a Ben Alder Cottage, un rifugio di montagna. Il percorso, di circa 23 km, era tutt’altro che semplice, come lui stesso ammette.

Per precauzione, la sera prima della partenza Woodhouse aveva scaricato what3words.

Sono partiti all’alba, faceva freddo ma le previsioni meteo davano bel tempo. “Ci stavamo divertendo”, dice Woodhouse.

“Eravamo a quasi tre quarti del tragitto, quando il meteo è cambiato”. Si è alzato un forte vento e così il resto del gruppo ha deciso di proseguire a piedi, mentre Woodhouse è rimasto in acqua per trasportare la legna da ardere e dei vestiti caldi.

“A un chilometro e mezzo dal rifugio, il vento è aumentato e riuscivo a malapena ad andare avanti. È calata l’oscurità e le acque del lago hanno iniziato ad agitarsi”.

Woodhouse sapeva di dover approdare da qualche parte. “Ma da dove mi trovavo non c’era modo di uscire dall’acqua, per via delle sponde troppo alte. Mi stavo stancando”.

Alla fine, è riuscito a individuare una caletta rocciosa dove approdare con il kayak. “Mi trovavo alla base di un dirupo, ero intrappolato”. Le batterie del suo segnalatore d’emergenza erano scariche e c’erano troppo vento e umidità per accendere un fuoco. La temperatura era sotto lo zero.

Nonostante il segnale intermittente, Woodhouse è riuscito a telefonare ai servizi d’emergenza. “Ho urlato la mia posizione what3words///courage.nicer.fountain.”, prima che la chiamata si interrompesse del tutto. “Non sapevo se avrebbero saputo interpretare le mie indicazioni”, dichiara.

Non sapevo dove mi trovavo… Ho dato la mia posizione what3words e un elicottero è venuto direttamente da me.

– Jason Woodhouse, utente what3words

Fortunatamente, sì. “Nel giro di 45 minuti, la valle si è riempita di un rumore di eliche che ha accompagnato l’arrivo di un elicottero” e la conseguente consapevolezza di essere ormai in salvo.

Woodhouse è stato portato al sicuro dalla guardia costiera.

Esperienze così “servono a ricordarti che anche se ci si prepara al meglio e si ha esperienza, gli incidenti possono sempre capitare”, afferma Woodhouse, incredibilmente grato alla guardia costiera e alla tecnologia di what3words.

“Non sapevo dove mi trovavo… Se avessi dato le mie coordinate ci sarebbe stato troppo margine di errore. Ho dato la mia posizione what3words e un elicottero è venuto direttamente da me”.

“È un’app gratuita che non occupa tanto spazio sul telefono. Sarebbe sciocco fare delle escursioni senza”.

L’esperienza di un esponente delle forze dell’ordine.

“La diffusione di what3words nei servizi di emergenza è stata immensa”, afferma l’ispettore interinale Jamie Gray, che si è fatto promotore di what3words presso il Durham Police Constabulary.

Il suo interesse per l’app si è risvegliato in parte dopo che il suo patrigno ha avuto un infarto nelle brughiere del Northumberland. “Nessuno riusciva a descrivere all’elicottero la posizione, che è passato oltre atterrando a diversi chilometri di distanza”. Per fortuna è sopravvissuto. “Ho pensato che usare what3words sarebbe stato l’ideale”.

La diffusione di what3words nei servizi di emergenza è stata immensa.

– Jamie Gray, ispettore interinale Durham Police

Al momento, dichiara Gray, “presso il dipartimento di Durham, in media usiamo l’app per 40 incidenti al mese, soprattutto per quelli privi di un codice postale tradizionale”.

“Ero di servizio quando mi è stato segnalato un ragazzo sul tetto di un parcheggio che minacciava di buttarsi giù. Mi hanno mandato le coordinate what3words e così sono riuscito a individuare l’angolo preciso dell’edificio su cui si trovava”, afferma Gray.

“Pronunciare il codice postale tradizionale richiederebbe molto più tempo. Tre lettere espresse con parole equivalgono solo a metà del codice postale. Con what3words bastano solo tre parole. È un indirizzo in più per individuare le persone”.