The Gardens Between è uno dei giochi vincitori dell’Apple Design Award 2019, che premia il talento creativo e i conseguimenti tecnici di sviluppatori che rappresentano l’eccellenza in fatto di design, innovazione e tecnologia sulle piattaforme Apple.
Quando gli chiediamo di descrivere The Gardens Between, il cofondatore di The Voxel Agents, Simon Joslin, non nomina mai il termine “gioco”.
“È un omaggio all’amicizia, quel tipo di amicizia tra bambini che pare infinita, quando i legami sembrano indistruttibili”, ci racconta.
Ti accorgerai subito che The Gardens Between non è un titolo come gli altri: il vincitore del premio Game of The Year sul Mac App Store nel 2018 è l’esempio lampante di cosa può accadere quando un progetto nasce dal cuore. “Volevamo che fosse un’esperienza quanto più accogliente, in grado di espandere il concetto di gioco”, spiega Joslin.
Ha funzionato. Sì, siamo davanti a un rompicapo surreale dove ti trovi a manovrare il passare del tempo anziché i personaggi, ma è anche la storia di due amici del cuore e di come il loro rapporto è cambiato negli anni. Varrebbe la pena giocare anche solo per la grafica meravigliosa, ma è stata la delicatezza della storia a conquistarci.
Joslin è tornato indietro nel tempo per raccontarci il processo di sviluppo.
Abbiamo iniziato da zero, abbandonando tropi comuni come “bisogna sempre guardare avanti” e simili. Abbiamo invece creato una linea narrativa del “viaggio di ritorno”, nota grazie a storie come Alice nel paese delle meraviglie, dove i personaggi si ritrovano in un mondo fantastico che rappresenta metaforicamente le sfide che stanno cercando di eludere.
In The Gardens Between non controlli tanto il tempo, quanto la memoria. È una sorta di conversazione tra due amici su eventi passati. I dettagli non sono sempre accurati ed è dal racconto che emerge la memoria condivisa. È una poetica commistione tra gameplay e storytelling.
Abbiamo creato The Gardens Between perché fosse un’esperienza quanto più accogliente, in grado di espandere il concetto di gioco. Invita giocatori e “non giocatori” a percorrere una storia semplice, in cui è facile immedesimarsi. Nasce dritta dal cuore e si appiglia alle nostre esperienze di vita per svilupparsi.
Volevamo accogliere una comunità ampia e diversificata, offrendo il massimo livello di accessibilità. Il gioco non contiene né testo né parlato. A parte il fatto che è difficile raccontare la stessa storia attraverso traduzioni e adattamenti, la specificità delle parole insita nella lingua scritta limita il numero di interpretazioni possibili, rendendo l’esperienza rigida e non accessibile a tutti. L’assenza di parole lascia invece spazio all’interpretazione, che si rifà alle esperienze personali e uniche di ogni giocatore.
Un proverbio giapponese dice qualcosa del tipo “Il tuo giardino non è finito finché non togli tutto quello che può essere tolto”. Si tratta di un pensiero che abbiamo incorporato nel nostro metodo di progettazione. La filosofia del nostro studio è che tutti giocano per imparare, esplorare, sperimentare.
Eppure, molti perdono di vista l’approccio divertente all’apprendimento. Mentre alcuni si sono dimenticati di come si gioca, molti non hanno ancora trovato il titolo videoludico giusto. Vogliamo rimuovere le barriere e creare prodotti sorprendenti che possano interessare a tutti.
The Gardens Between non ti incalzerà mai. Il gioco è tuo, e sei tu a decidere come godertelo. Non volevamo far perdere rilevanza al viaggio mettendoti fretta.